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Impianti fotovoltaici: efficienza e manutenzione

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Impianti fotovoltaici: efficienza e manutenzione

Un impianto pulito, controllato e manutenuto garantisce l’efficienza prevista più a lungo.

La necessità di garantire che un impianto fotovoltaico offra la resa attesa per 20 o 30 anni è fondamentale principalmente per due motivi: 
•poter effettivamente recuperare l’investimento iniziale
•ottenere una buona rendita extra. 

Obsolescenza dell’impianto

La vita utile dell’impianto e il miglioramento dell’efficienza dell’investimento iniziale sono in diretta relazione con un miglioramento netto della tecnologia che ha diminuito nettamente il decadimento dei moduli.

Alcuni componenti dell’impianto, come gli inverter, invece, possono rompersi o rovinarsi dopo qualche anno dall’installazione. Di solito sono riparabili e, in casi peggiori, sono sostituibili da nuovi apparecchi più efficienti e performanti.

Manutenzione ordinaria del fotovoltaico

Un impianto fotovoltaico per cui sia prevista una manutenzione periodica e disponga di un sistema di monitoraggio,ha le condizioni per prevenire l’insorgere di problemi gravi.
Pertutti gli impianti di piccola taglia, sarebbe sufficiente accedere alle letture mensili dei portali ENEL e GSE (per esempio con strumenti come SunreportMySolarFamilyche non prevedono alcuna installazione), mentre per impianti di taglia maggiore sarebbe preferibile prevedere dei monitoraggi locali dotati di specificisensori.

Il controllo mensile della resa di un impianto fotovoltaico permette di comprenderese sono in atto fenomeni di degrado: nel caso di rotture improvvise si registrerà un drastico calo di produzione di energia elettrica, mentre per fenomeni più complessi ilcalo sarà visibile come un graduale deterioramento delle prestazioni.

Soluzioni efficienti: quando occorre sostituire i moduli dell’impianto

Esiste un degrado prodotto dalla differenza di tensione che, nel tempo, si può creare all’interno del pannello fotovoltaico. Ciò avviene in presenza di forti tensioni abbinate al caldo e all’umidità. Questo, in linguaggio tecnico, è chiamato  PID (Potential Induced Degradation – degradazione da potenziale indotto), si può diagnosticare attraverso analisi termografiche e si può ridurre con diverse modalità: 

  • sostituzione dell’inverter; 
  • inserimento di dispositivi anti-PID  (per esempio generatori ad alta tensione capaci di controllare la tensione delle celle); 
  • sostituzione o riparazione dei pannelli fotovoltaici.

In alcuni casi può essere un inconveniente reversibile ed essere evitato già in fase di installazione attraverso 

  • l’utilizzo di vetri ad alta qualitàal quarzo o a basso contenuto di sodio; 
  • la cura nella realizzazione dell’isolamento delle celle lungo il perimetro; 
  • l’adozione di celle con strati di antiriflesso di maggior spessore.

In caso di problemi più seri, come la delaminazioneo l’hot spot, sarà necessario procedere alla sostituzione dei moduli, ma, soprattutto in presenza di un impianto incentivato in Conto Energia, potrà valere sicuramente la pena investire nella sostituzione, che, dato il forte calo dei prezzi, potrà essere ripagata nel giro di 12-24 mesi.

Fonte: http://www.expoclima.net/special/159/la_manutenzione_del_fotovoltaico_come_tutelare_impianto_e_ottimizzare_investimenti/efficienza_e_manutenzione_del_fotovoltaico_gestione_problemi_e_sostituzione_impianti_obsoleti.htm