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Il solare termodinamico chiude

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Il solare termodinamico chiude

Colpa della burocrazia. 14 i progetti avviati con 300 milioni di investimenti nessuno arrivato in porto 

Cronaca di una sconfitta. L’Italia è il Paese che ospita 60 milioni di ecologisti che «dobbiamo usare l’energia del sole» ed è il Paese in cui finora sono stati spesi e dissipati nel nulla investimenti privati pari a 300 milioni di euro spesi per non costruire 14 grandi centrali solari termiche a concentrazione, quelli che nel resto del mondo producono elettricità concentrando con specchi l’energia del sole. Un’invenzione italiana, una tecnologia italiana, ma impianti realizzati in Italia: zero.

[…]

Questo è l’incipit dell’articolo de il Sole 24ore ha dedicato all’argomento e da cui abbiamo tratto alcuni stralci.

[…]

Il settore industriale del solare termodinamico in Italia è morto ancora in fasce, senza essere riuscito a costruire nemmeno una centrale, ucciso ancora bambino da politici assetati di consenso, da comitati nimby del no-a-tutto, da funzionari pubblici corrivi, da norme contraddittorie e tardive, da piani energetici, climatici e ambientali pieni di verbi coniugati nel modo condizionale del periodo ipotetico dell’irrealtà.

All’estero […] invece le centrali termiche a concentrazione piacciono e si costruiscono. Non a caso le poche aziende che non hanno ancora dichiarato la resa stanno pianificando l’emigrazione. Alcune sono state vendute. Altre si preparano a chiudere.

[…]

Concentrare i raggi del sole

Il solare termodinamico a concentrazione è diverso dai comuni pannelli fotovoltaici, nei quali il silicio, colpito dal sole, emette un flusso di corrente elettrica. Il solare a concentrazione si basa sugli specchi che riflettono e concentrano il calore del sole per far bollire l’acqua con il cui vapore far girare la turbina del generatore.

È un’invenzione antichissima nata in Italia nel 212 prima di Cristo quando la città siciliana di Siracusa era assediata dal console romano Marco Claudio Marcello; dalle mura di Ortigia lo scienziato Archimede (uno dei più grandi scienziati della storia) puntò specchi contro le unità del blocco navale, concentrandovi il sole e incendiandole. Si chiamarono specchi ustori.

Un primato italiano andato all’estero

Presa in mano dagli scienziati italiani in tempi più moderni, la tecnologia del solare a concentrazione è diventata un’esperienza di punta dell’Enea, tanto che il fisico Carlo Rubbia ne fece una bandiera dell’innovazione italiana.

Centri di ricerca si erano impegnati; aziende italiane avevano sviluppato le tecnologie per industrializzare specchi e tubi ricevitori.

Risultato? Rubbia ha sbattuto la porta indignato ed è andato a realizzare le centrali termodinamiche in Spagna.

[…]

La Sardegna del no

La stessa Italia dove gli specchi ustori furono inventati non vuole questa fonte di energia pulita perché gli specchi — asseriscono i comitati nimby — «devasteranno il nostro territorio» e perché «non è questo il modello di sviluppo che vogliamo».

Dei 14 progetti mai completati sui quali sono stati investiti per nulla 300 milioni, la maggior parte erano stati avviati in Sardegna. Non uno ha raggiunto la fase costruttiva. A tutt’oggi sono riusciti ad arrivare all’autorizzazione due impianti in Sicilia — ad Aidone e a Gela — per un totale di 53,5 megawatt e di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.

Per leggere l’articolo intero: https://www.ilsole24ore.com/art/il-solare-termico-chiude-guerra-persa-burocrazia-e-comitati-AC264iFB?refresh_ce=1